Sono stata sospesa. Oggi non lo sono, ma temo che riaccadrà. Le Donne lo sono ciclicamente. Le Donne si pongono problemi, corrono dietro al cuore, a volte lo bloccano, vivono di ormoni ballerini.
So che prima o poi saró di nuovo sospesa. Come una bolla di sapone.
Sono stata sospesa quando ho dovuto capire di essere una trentenne. Sono stata sospesa quando la vita mi ha messo di fronte al fatto che dovevo essere Donna e affrontare cose. Cose che mai avrei pensato di dover affrontare. Cose che una ragazzina pocopiùcheventenne non sa nemmeno che esistono. E invece di fronte ai trenta, mentre una chiappa pareva scendere, mentre “ma questa è una ruga d’espressione?”, mentre “si, ok, la compro la crema per il contorno occhi”, ho dovuto prendere atto che stava cambiando qualcosa, ma io volevo essere solo una ragazzina spensierata. Il tutto andava bilanciato il prima possibile, prima di far danni irreparabili a me stessa. Tipo quelle che sembrano quindici anni più vecchie “perchè ormai ho trentanni” e quelle che dietro museo davanti mausoleo “perchè non accetto che si invecchia.”
Così ho vissuto due anni di grandi cambiamenti. Due anni in cui mi sono sentita adulta, ma volevo essere ragazzina, due anni dove dovevo affrontare burocrazia, avvocati, cose da gestire e anche la morte.
Ma io volevo esser ragazzina. Spensierata, fresca, che pensa a ridere, che pensa a far gola, che pensa a con chi farebbe l’amore.
E invece sono cresciuta. Mi sono lentamente allineata. Mente e corpo si son presi la mano con fatica e poi hanno cominciato a camminare insieme. E la sospensione è sparita da un attimo all’altro. Ora ci sto proprio comoda in questi trent’anni. Ci sto proprio che c’ho fatto la forma del sedere come nei divani comodi che non vuoi buttare via.
E in fin dei conti, anche se so che tra dieci anni saró di nuovo sospesa per poi sentirmi di nuovo in equilibrio, son convinta che sia il più bel gioco del mondo vivere.