Gennaio

Mi faccio la doccia, in silenzio, senza musica. Ascolto l’acqua scorrere sulla mia pelle, immersa nel vapore acqueo caldo. Phon sui capelli, rumore nelle orecchie.

Mi vesto. Metto il giubbotto ed esco. Cammino nel verde, con il fiume accanto che scorre, fa freddo, il sole è dolce, come quello delle belle giornate che stanno finendo nei freddi pomeriggi invernali. A terra qualche petardo della notte precedente. Solo questo è rimasto di Dicembre. Respiro l’aria, abbracciata dalla nebbiolina del tramonto.

Sul mio sentiero Gennaio mi viene incontro passeggiando, nel suo cappotto nero e quel cappello che ricorda i film anni 50. Ci fermiano l’uno di fronte all’altra e ci giriamo verso il fiume. Respiro profondamente, a pieni polmoni, respiro vita, respiro foglie, pesci, acqua, respiro cielo, verde e anatre che volano basse. Chiudo gli occhi. E respiro progetti, delusioni, cadute, corse, respiro voglia di farcela, di cominciare e di ricominciare. Respiro fiducia, determinazione, amici e nemici. E lascio che tutto questo scorra, come il fiume che ho davanti.

Gennaio mi prende la mano.

“Sei esattamente questo. Esattamente tutto questo. Sei pronta?”

“Si.”

Dicembre

Come ogni anno, Novembre non ha nascosto la sua arroganza, di chi toglie senza dare mai nulla, di chi distrugge quello che gli altri costruiscono. Novembre e io ci stiamo proprio antipatici, è evidente.

Ma eccolo lì, sulla soglia di casa Dicembre, accompagnato da un vento gelido che fischia e secca la pelle. Se ne sta lì con il maglione rosso, una palla di neve in mano, le lucine tutte addosso, come fosse un albero di Natale. Decido di salutarlo con gentilezza. Ride, carica il braccio e mi colpisce in faccia con la sua stupida palla di neve. Entra ridendo, mentre io immobile alzo gli occhi al cielo.  Sarà un mese lungo, ma io porterò tanta pazienza e non cederò alle sue sciocche provocazioni. Sarà un bel Natale. Sarà un bel Dicembre.