Aprile ha preso le sue carabattole e, indossato il suo impermeabile, scende le scale. Aprile non è stato despota quest’anno, ha deciso di rendermi qualcosa, che i suoi precedenti hanno tolto. Aprile ha rivelato, ha abbracciato e ha ballato. Ma non ho il tempo di pensarci troppo che arriva Maggio, con la sua giacca di pelle, la sigaretta arrotolata in bocca. Non ho molte aspettative su quello che dovrà venire, mi rendo conto che sono talmente estenuata da aver perso ogni volontà di immaginarlo, il futuro. E mentre mi accorgo di questo, realizzo di sentirmi libera. Libera dalla aspettative. Quello che verrà andrà bene, perchè OGGI, va bene.
Maggio è lì, ancora in piedi, che mi guarda persa tra i miei pensieri che ronzano. “Ehi, ho fame, mangiamo cinese?”
Sorrido, prendo la borsa, apro la porta. Andiamo.