Proprio quella montagna

Oggi, dopo molto tempo, mi sono accesa una sigaretta, mi sono seduta in balcone e ho iniziato a parlare. Era da molto che non mi trovavo seduta davanti a Lui, un uomo così forte, così profondo. Mi sono seduta davanti a Lui e una boccata dietro l’altra di fumo ho parlato. Era tanto che non lo facevo, chissà perchè. Lui mi ha ascoltata, sono sicura. Ho parlato di come mi sentivo, di come la vita a volte ci allontani e nemmeno i momenti di intimità possano essere dati per scontati. Ho chiuso gli occhi, ho fatto una lunga pausa, di almeno due boccate. Ho ascoltato il vento come mi accarezzava, una leggera brezza primaverile, dolce tra i capelli. Ho aperto gli occhi e ho ripreso a raccontare la mia giornata, di quella mia amica in crisi esistenziale, dell’altro amico sempre dietro alle donne. E di me, che a fatica a volte mi agguanto, ma che comunque vado avanti, con molta più cognizione di quella che credo io stessa. Era tanto che non fumavo, all’imbrunire, l’ora solare è appena arrivata, sono i primi giorni lunghi di fine Marzo. E i miei occhi guardano, scrutano dal balcone. Lui mi sta ascoltando, perchè Lui è sempre stato un uomo di poche parole, ma di grandi abbracci. E ora io lo sento, stringermi se chiudo gli occhi. Lui è dappertutto, per questo decisi di spargere le sue ceneri, affinchè potessi scorgerlo nella natura, come se ogni grammo di lui potesse trasformarsi e generare altro.

La sigaretta è quasi finita. Un’ultima boccata. Un ultimo sguardo verso quella montagna che forte come Lui mi osserva ogni giorno, dandomi la forza di questo ultimo sorriso.

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